Daniela Feroleto

1: Presentati in poche parole: Chi sei? Cosa fai nella vita, Dove vivi?

Ciao! Sono Daniela Feroleto, sono nata e cresciuta a Genova, ho quasi 36 anni e vivo ad Ascoli Piceno da una decina di anni. Insegno a scuola Arte e Immagine, lavoro con E9 e nei momenti di libertà arrampico.

2: Come sei arrivata all’arrampicata?

Ho conosciuto l’arrampicata grazie al mio ex compagno di Liceo e oggi migliore amico Zac! Abbiamo iniziato insieme a muovere i primi passi sui traversi di pietra dei giardini Gilberto Govi a Genova quando ancora non esisteva nemmeno una palestra indoor in città! Fondamentale è stato conoscere in quello stesso periodo Gianni Duregato, il primo e penso unico genovese che fino ad oggi ha salito vie fino al 9A. Grazie a lui ho conosciuto Finale Ligure e da quel momento il mio amore per la scalata è sempre cresciuto.

3: Come si costituisce il tuo allenamento?

Quando vivevo a Genova mi allenavo 3-4 volte a settimana in palestra alternando blocchi, circuiti, pan gullich…allenamenti purtroppo del tutto casuali (e deleteri!)  improntati sul divertimento con gli amici compagni di scalata! Trasferendomi ad Ascoli tutto è cambiato, non avendo una palestra di riferimento ho iniziato a scalare solo fuori imparando a conoscere meglio il bouldering sull’arenaria. Sono cresciuta sicuramente a livello motorio, ma dopo 8-9 anni senza alcun allenamento specifico ho iniziato a sentirne l’esigenza così grazie al mio compagno Mauro Calibani che da un anno ha fatto costruire un bel muro e finalmente sono tornata ad allenarmi su plastica! Non faccio particolari allenamenti, mi conosco e cerco di fare ciò che mi serve! Mentre vista l’età che avanza con regolarità faccio sessioni settimanali di pesi per mantenere attivi i muscoli e per sentirmi bene.

4: Dov’è che preferisci allenarti e perché?

Come ho già detto per un benessere fisico generale preferisco allenarmi 2-3 volte a settimana in palestra e 1-2 volte al muro, qui mi diverto a giocare sui blocchi e su prensioni particolari cercando di migliorare gli aspetti in cui sono carente.

5: Parlaci della tua esperienza sulle tue ultime vie salite

Le mie ultime soddisfazioni estive arrivano da Frosolone, qui ho salito alcune vie di 8A facendo anche una prima ripetizione e alcune prime ripetizioni femminili di alcune vie di 8A e altro. I gradi frosoloniani sono giustamente molto severi perchè il tipo di roccia ci regala  uno stile molto fisico e boulderoso e spesso ancor più arduo se non raggiungi i 160 cm di statura! Sono cresciuta col mito di Finale Ligure come stile duro, ma posso confermare che anche Frosolone (seppur completamente diverso come stile) non scherza. La mia ultimissima soddisfazione invece è una via corta (12-15 mt max) su uno scudo di roccia grigio-azzurro, tagliente e stupendo in un posto non ancora conosciuto. La via è stata chiodata e liberata da Mauro Calibani e valutata intorno all’ 8B probabilmente (!!)

Io ho fatto la prima ripetizione (e prima rip. femminile)

6: Cosa hai provato a primo impatto quando ti sei trovata davanti a quest’ultima via?

Questa via è stata un amore a prima vista, appena l’ho guardata ho desiderato e sperato di poterla salire soltanto per la sua bellezza, anche perchè non avevamo idea di quale difficoltà fosse.

7: invece cosa hai provato successivamente dopo averla scalata?

Essendo una via caratterizzata da piccoli appigli per me lontani e quindi dovendo tenerne degli altri, micro e taglienti, nei primissimi tentativi ho pensato che non sarebbe stato semplice riuscirci. Ma non volevo mollare perchè mi piaceva troppo! Quando l’ho salita anche se me la sentivo dentro non mi aspettavo di farla, temevo qualche scivolata di piede in placca o un micro errore, invece grazie a Mauro che come sempre sa mettermi a mio agio sono partita e ho scalato bene! Sono stata felice, ma quella felicità purtroppo  e per fortuna dura sempre poco perchè fatta una linea pensi subito a cosa potrai salire dopo! Questo è il fascino della scalata, mai fermarsi!

8: Quante gare hai affrontato e quali sono stati i tuoi risultati migliori?

Quando avevo poco più di 20 anni  e iniziavo a fare i miei primi 8A mi piaceva l’idea di iniziare a fare gare, ma soprattutto per conoscere forti scalatrici, confrontarmici ed imparare; non ho mai avuto mire particolari perchè mi sentivo appagata dalla roccia, ma ero curiosa. Ho fatto qualche gara di Coppa Italia Boulder arrivando anche in finale senza alcuna preparazione specifica e senza nemmeno sapere cosa fosse il bouldering! Purtroppo ero l’unica giovane genovese dell’associazione a cui appartenevo, e non avendo avuto genitori che mi supportassero, nè molti soldi perchè studiavo ancora, ho dovuto mollare perchè non potevo permettermi tutte le trasferte. Anche la mia palestra non mi ha aiutata, anzi ho preso pure multe perchè non mi facevano la cosiddetta T-shirt istituzionale per gareggiare! In quegli anni nella mia realtà contavano i 3-4 nomi di donne conosciute e se volevi iniziare anche tu venivi derisa! Peccato!  Li per li non ci ho dato peso, ma negli anni è iniziato a dispiacermi molto perchè al di là dei risultati che avrei potuto raggiungere ho perso un aspetto dell’arrampicata che avrei voluto esplorare. Oggi i giovani sono supportati e spinti, a me non è capitata la stessa fortuna!

9: Chi ti accompagna nelle tue “ avventure”?

Il mio compagno di vita e di avventure è Mauro Calibani. Mauro è uno scalatore unico e raro, ironico, visionario, appassionato e con un bagaglio gestuale incredibile. Ho imparato e imparo tanto guardandolo. E’ l’unica persona che vive l’arrampicata col mio stesso identico approccio, sicuramente ci siamo influenzati a vicenda!

10: Hai avuto dei “miti”? Dei personaggi che ti hanno ispirato

Il primo scalatore che mi ha fatto sognare è stato Patrick Berhault perchè ha salito vie su cui potevo fantasticare e scalare a Finale Ligure, poi indubbiamente sua maestà Patrick Edlinger, e successivamente  iniziando a leggere i primi libri di arrampicata Lynn Hill è diventata il mio modello di riferimento per il suo approccio e il suo coraggio. Ancora oggi per me a livello femminile lei, Steph Davis, Cathrine Destivelle, e la Bereziartu restano delle figure fondamentali per ciò che hanno fatto in anni completamente diversi dai nostri oggi.

11: Prossimi progetti?

Non sono una che scala per progetti in modo assiduo, in genere mi lascio ispirare dalla bellezza della linea. In questo momento ho in testa  una linea scoperta con Mauro di recente, chiodata da lui e da liberare, quindi il grado ancora non si sa. Ma al di là di questo è davvero un bel pezzo di roccia e mi piacerebbe fare la prima ripetizione!

12: Hai qualcuno che vorresti ringraziare?

Ringrazio Zac per avermi fatto conoscere l’arrampicata, Gianni Duregato grazie al quale ho iniziato a diventare una scalatrice, me stessa per avercela messa tutta a seguire il mio percorso contro corrente, gli amici genovesi con cui sono cresciuta e con cui ho condiviso le mie prime importanti salite finalesi (Giravuelta in primis), e infine Mauro perchè mi ha aperto un mondo. Ringrazio anche  Scarpa ed E9 per tutto il loro supporto.

13: Un saluto per il nostro Blog? 

Grazie Davide Bonfanti per questa intervista, è stato un piacere tornare indietro nel mio percorso di vita e scalatorio attraverso le tue domande.

Un abbraccio!

Dani

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