Francois Cazzanelli

Intervista Francois Cazzanelli giovane Guida Alpina del Cervino, che ha appena compiuto il concatenamento in quattro giorni, nella stagione più fredda, di tutte le vette della cresta che unisce alcuni dei principali massicci montuosi della Valtournenche: la Catena del Furggen, il Cervino, le Grandes Murailles e le Petites Murailles.

Ciao Francois, parlaci un pò di chi sei e di come sei diventato una guida alpina, parlaci di cosa ti ha portato a voler intraprendere un percorso del genere. Immaginiamo che il luogo in cui vivi abbia potuto in qualche modo spingerti fortemente verso questo tipo di scelta oppure la tua passione nasce da altre cause.

Nella mia vita solo di una cosa sono sempre stato sicuro che volevo fare la Guida Alpina. Da piccolo già dall’asilo io disegnavo il Cervino e dicevo che volevo fare la guida. Probabilmente nasce tutto da un insieme di fattori: Il luogo dove vivo, le mie origini, il fatto che mio papà e i miei nonni fossero guide.

 Francois, sei molto giovane, tra le guide alpine nazionali c’è qualcuno più giovane di te?

Cosa comporta essere cosi giovane e avere all’attivo così tante imprese? E innanzitutto cosa      prevede essere una guida alpina?

Alla prima domanda non saprei rispondere con precisione, comunque sono convinto che si, ci sono guide più giovani di me.

Avere all’attivo tante belle salite è una cosa che mi rende orgoglioso è il risultato di tanti anni di impegno e sacrifici.

Essere una Guida Alpina per me significa aiutare le persone a realizzare i propri sogni.

 Che rischi ti assumi quanto porti uno o più clienti, e in che modo li selezioni? Per poter partire devono avere dei prerequisiti e delle conoscenze di base? Se si quali?

I rischi ci sono anche quando guidi la macchina…chi va in montagna sa benissimo che alcuni rischi ci possono essere ogni tanto. Con i miei clienti inizio un percorso e li faccio crescere ma senza correre facciamo le cose graduali partendo dalle gite facili.

 Quali sono invece le soddisfazioni e le gratificazioni che una guida può portare a casa quando accompagna un cliente in vetta? Raccontacelo con degli aneddoti legati a qualche spedizione che ti ha segnato particolarmente

La soddisfazione quando si è in vetta è molto gratificante perché hai appena aiutato una persona a realizzare un sogno. Aneddoti ce ne sarebbe moltissimi dal Polo sud al Cervino passando dall’Everest non ne ho uno preferito.

Sappiamo benissimo che oltre ad essere una guida tu sei anche un alpinista, a livello di esperienza personale preferisci le vette conquistate come alpinista o come guida?  Hai mai vissuto Il fatto di accompagnare clienti come una mansione lavorativa o comunque riesci a vivere l’avventura allo stesso modo? 

Riesco a viverle allo stesso modo provo la stessa soddisfazione nell’accompagnare un cliente che nel raggiungere un risultato personale.

 Elencaci le imprese compiute come alpinista e quelle come guida

Non mi piace molto fare elenchi e non mi piace definirle imprese. Meglio dire che sono stati tanti bei momenti trascorsi tra amici in montagna 😉

 Anche noi siamo scalatori e ci stiamo approcciando all’alpinismo, sappiamo bene come il legame della cordata giochi un ruolo decisivo nella sicurezza e nella realizzazione di un’ascesa, riesci a creare questo legame anche con i clienti, quindi con persone che non conosci così bene?

Sicuramente!! Anzi talvolta con i clienti è ancora più forte perché loro si affidano quasi completamente a te! Dopo delle belle avventure in montagna si creano sempre dei legami forti.

Raccontaci della tua spedizione al Manaslu e PangPoche.  Sul tuo sito che abbiamo un pò spulciato per stalkerarti (ahahha) definisci la spedizione fuori dagli schemi, per quale motivo la titoli così?

Avete fatto molto bene 😉 l’ultima spedizione voleva essere “fuori dagli schemi” perché volevamo fare una cosa molto dinamica ovvero acclimatarci scalando una cima inviolata e poi spostarci per una toccata e fuga sul Manaslu.

E invece l’ultima maratona delle vette alpine? Com’è stare in cresta per ben 51km?

L’ultima avventura ha sicuramente cambiato il modo di andare in montagna mio e di Francesco… 

Nelle nostre interviste ci troviamo spesso a parlare delle nostre alpi o delle lontane montagne orientali. Come si mostrano e come si vivono invece le montagne americane, ci sono differenze sostanziali? 

Tutte le montagne hanno le loro caratteristiche nello specifico quelle dell’Alaska sono molto fredde e isolate con distanza importanti.

Ricordiamo che l’arrampicata moderna è nata proprio in quei luoghi, è palpabile la presenza passata dei padri fondatori della disciplina che amiamo?

Nello Yosemite l’ambiente è unico li è nata l’arrampicata moderna c’è un ambiente puro ma molto internazionale. Mi è piaciuto molto scalare il Capitan e spero di ritornarci.

Quali saranno invece le prossime imprese? 

Sto organizzando una spedizione al K2 e Broad Peack obbiettivi e strategie le stiamo ancora valutando.

Che rapporti hai con herve barmasse? I vostri padri hanno scalato insieme, vi capita di andare insieme in montagna anche a voi? 

I nostri padri sono molto amici! Tra noi c’è stima reciproca non abbiamo mai scalato assieme abbiamo vite e stili diversi.

Qual’è la tua opinione per quanto riguarda la “questione Hymalaiana”? Cosa ne pensi di queste giganti spedizioni commerciali? Dovrebbero diminuire o è giusto che continuino ad esserci nell’interesse dell’economia delle comunità locali? Proporresti qualche soluzione per risolvere quello che è un problema che sta affliggendo da qualche anno ormai quelle fantastiche montagne?

Bella domanda! Io trovo che tra le più ambite vette delle alpi e le più prestigiose vette Himalyane non c’è differenza sono tutte commerciali. Sul Cervino da luglio a settembre salgono milioni di cordate utilizzando le corde fisse…Perché sull’ Everest è sbagliato e sul Cervino va bene?

Sicuramente entrambe le situazioni vanno migliorate e gestiste meglio ma bisogna ricordarsi che chi abita in montagna in tutto il mondo ormai vive di turismo!

Personalmente sono contro il vietare o il chiudere e regolamentare non è facile. 

Bisognerebbe sensibilizzare di più gli alpinisti e magari rendere un pò più pure le salite di modo che sia di nuovo la montagna a fare selezione. Ma assolutamente non vanno chiuse o eliminate le spedizioni o salite commerciali perché danno da mangiare ad un sacco di famiglie dalle Ande alle alpi fino all’Himalaya.

E infine, la domanda che facciamo a tutti : perché vai in montagna?

Perché se non ci andassi non sarei me stesso!

Intervista di Federico Paloschi

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