1 e 2 Ottobre al Salone dell CSR e dell’innovazione sociale

Nei giorni appena passati ho avuto il piacere di partecipare al Salome della CSR e dell’innovazione sociale, che era ospitato alla rinomata Università commerciale Luigi Bocconi.

Ma cosa ci faceva uno spirito libero e amante della natura circondato da palazzi e blocchi di cemento? Semplice, basta capire di cosa trattasse l’evento.

Infatti, basti pensare alla definizione di CSR e di innovazione sociale presentate.

 Corporate Social Responsability (CSR) o Responsabilità sociale d’impresa, è l’orientamento gestionale che va oltre il rispetto delle normative e definisce una funzione-obiettivo più ampia del semplice profitto. Con la CSR, infatti, non sono soltanto proprietà e management a definire e a contendersi il valore creato dall’impresa, ma tutti i soggetti direttamente e indirettamente interessati.

Cosa è l’innovazione sociale?

L’innovazione sociale è un processo di cambiamento basato su strategie e idee che portano a soddisfare lo sviluppo economico e sociale di una determinata comunità di riferimento. Gli ambiti di azione prediletti da questi processi sono istruzione e formazione, diminuzione dell’inquinamento, riuso ed economia circolare, sharing economy e social housing, miglioramento delle condizioni di lavoro, valorizzazione culturale, creativa e artistica delle competenze, delle identità e dei territori.

Cosa ho fatto?

In questi due giorni ho avuto l’occasione di partecipare a molti eventi, seminari, workshop e presentazione di libri tutti sulla tematica fondamentale di questo Salone, ossia “I territori della sostenibilità”.

Tra tutti ho seguito con particolare attenzione: I territori della sostenibilità, L’impresa al centro della comunità: dalle parole ai fatti, La plastica negli oceani: programmi, iniziative, impegni, L’inestimabile valore, La più alchimica delle sostanze: la plastica, Comunicazione che fa bene: all’ambiente, Climate change: il ruolo delle imprese, Economia circolare, dal riutilizzo alla lotta allo spreco, Come comunicare l’ambiente ai tempi di Greta Thunberg? E molti altri…

Chi c’era?

Senza girarci molto attorno è stato un evento che con la montagna non aveva apparenti legami, ma vi sbagliate, perché qui ho avuto l’occasione di essere a quattrocchi con industriali e manager, che hanno capito che non basta avere un fine economico nel loro lavoro, ma devono attuare strategie per avere il loro profitto nel pieno rispetto dell’Ambiente, si tratti di montagna, collina o mare.

Ovviamente non c’era gente solo incravatta, c’erano anche studenti, professori, professionisti e molte persone attive nei più altri ranghi di Ong, Associazioni e Organizzazioni No-Profit.

Sono rimasto sorpreso, vagando nelle varie aule e sale, mi ritrovo di fronte una mostra fotografica che mi lascia sbalordito e senza parole.

Era un insieme di quattro fotografi impegnati nel sociale, tra di loro c’era Fabanio Ventura, che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere, siccome porta avanti il progetto “SULLE TRACCE DEI GHIACCIAI – Alla ricerca del passato per un futuro sostenibile”, su Fabiano non voglio soffermarmi molto, siccome dedicherò un articolo solo a lui e quindi non voglio rovinarvi la sorpresa.

Ma voglio parlarvi del suo progetto, “Sulle tracce dei ghiacciai” è un progetto a livello internazionale oltre chè un progetto fotografico-scientifico che si avvale del contributo di fotografi e scienziati per coniugare comparazione fotografica e ricerca scientifica al fine di analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici partendo dall’osservazione delle variazioni delle masse glaciali.

Il progetto ha inizio nel 2009 e terminerà nel 2020 con una spedizione sulle Alpi, in questi anni sono stati nel 2009 a Karakorum, nel 2011 nel Caucaso, nel 2013 in Alaska, nel 2016 nelle Ande e nel 2018 in Himalaya.

Le attività oltre a quella pura se si può così definire che è la ricerca, lo studio di scatti storici fatti dai primi pionieri e avventurieri, prendere e partire in spedizione per replicare con tanta maestria e bravura quei scatti sono molte altre.

Ci sono le mostre, in cui vengono esposti 40 confronti fotografici più significativi tra i ghiacciai alla fine del 800 o ai primi del 900 con la loro situazione attuale, ci sono i documentari, quattro per l’esattezza, disponibili sul sito ON THE TRAIL OF THE GLACIERS, ci sono attività di didattica in cui discutano e fanno capire ai studenti perché i ghiacciai sono importanti e cosa comporterebbe la loro estinzione, oltre che conferenze e installazioni.

Il team che costituisce il progetto è un gruppo di lavoro consolidato e pieno di esperti, costituito da artisti nel settore della fotografia e video e da un comitato scientifico molto ben equipaggiato.

In questi due giorni ho potuto costatare, che tutte le manifestazioni, come ad esempio le marcie globali, hanno fatto raddrizzare le antenne a molte società e imprese, che stanno capendo che forse è meglio reinvestire i capitali in attività propedeutica nei confronti di madre natura.

Il ruolo delle imprese e delle Istituzioni per comprendere i cambiamenti climatici è fondamentale, ma anche l’arte, come la fotografia è fondamentale.

Perché le Istituzioni si sono importanti, ma dobbiamo iniziare noi ad essere noi a fare il primo passo, come citato da Fabiano.

Davide Bonfanti.

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